CUORE E RAGIONE PER COMBATTERE LA MAFIA

In occasione dell’intitolazione delle nostre scuole a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, sono stati promossi vari incontri sulla legalità. Queste giornate hanno avuto la forza di smuovere le nostre sensibilità e questo porta a chiederci: cosa rimane? Quale sarà il nostro impegno? Le nostre responsabilità? Rischiamo che queste rimangano nei nostri ricordi come manifestazioni esclusivamente celebrative?
Direi di no!
Solo se riusciremo a cogliere questi aspetti che apparentemente paiono nascosti ma che, se ci soffermiamo a riflettere, irrompono nelle nostre coscienze: con il cuore e la ragione.

CUORE.
Lettere appese sull’albero della vita poste davanti alla scuola di Tregasio, parole semplici che commuovono nel leggerle e non fanno altro che toccare il nostro cuore. Ecco allora, sull’onda di questa commozione, noi ci interroghiamo su cosa possiamo fare per combattere la mafia. E quindi l’impegno di insegnare loro una coscienza civile, abituarli a impegnarsi per ottenere le cose e non cercare scappatoie, così che dal cuore si formi una mentalità che insieme a loro porti a comportamenti corretti e onesti, che non prestino il fianco a prepotenti che se lasciati andare portano a forme di illegalità, in un primo momento in forma piccola poi diventando criminalità potente e feroce.
Se abbiamo la capacità di commuoverci nel leggere questi pensieri di vicinanza a questi due eroi, fino al punto di farci toccare il cuore, se tutti insieme lo percepiamo potremo allora, con un atteggiamento nuovo, fare qualcosa per evitare che questo cancro si diffonda. Non è altro ciò che sosteneva Falcone: “Dovremo ancora per lungo tempo confrontarci con la criminalità organizzata di stampo mafioso, per lungo tempo, non per l’eternità: perché la mafia è un fenomeno umano e, come tutti i fenomeni umani, ha un principio, una sua evoluzione e avrà quindi anche una fine.
E ancora, vorrei ripetere ciò che già ho detto in altre occasioni di incontro, prendendo a prestito le parole di un amico di Falcone, che indicò in lui il suo successore, Nino Caponnetto: “La mafia teme più la scuola della giustizia, l’istruzione toglie l’erba sotto i piedi della cultura mafiosa.

RAGIONE.
Non dobbiamo pensare che la mafia sia una cosa lontana da noi, al contrario si è infiltrata già da molto tempo, al punto di impossessarsi della nostra cultura, di alcune nostre persone, delle nostre organizzazioni. Spiace dirlo: una forma di colonizzazione al contrario, come se gli aztechi avessero sconfitto la potente armata spagnola. A conferma di ciò, è stato interessante, in preparazione alla manifestazione tenuta nella sede consiliare, il contributo della senatrice Ricchiuti, membro della Commissione Parlamentare Antimafia che ha avuto una esperienza politica di contrasto alla illegalità nella città di Desio, come assessore di opposizione a una giunta di maggioranza con forme di corruzione, che sono sfociate in atti di criminalità organizzata, indagati dalla Magistratura che ha certificato la presenza della ‘Ndrangheta in Brianza (indagine Infinito, congiunta con Reggio Calabria con l’indagine Crimine).
Questo ha portato alla luce altre diciannove locali in Lombardia, già insediate e operative nella metà degli anni Ottanta e, prima ancora, attraverso una lenta colonizzazione delle persone giunte in soggiorno obbligato: già allora si parlava in modo superficiale di “presenze”. Dall’inizio delle indagini, i cittadini sapevano. Tutti parlavano di questo sistema in un clima omertoso, spinto forse anche dalla paura. Tutti parlavano di questo potere: edilizia, traffico di rifiuti, usura, terreni agricoli in edificabili. Tutti parlavano di atti intimidatori violenti e potenti. L’operazione Infinito ha avuto una fine, chiudendosi con condanne di Terzo grado. Purtroppo si è poi riprodotta a Seveso con l’indagine Tibet. Per non parlare dell’altro filone che è sfociato nell’indagine Ulisse Bis.
Perché colonizzare la Brianza? Perché è ricca, è vicina alla Svizzera, ha tanto verde per cementificare: il settore storicamente di più alta infiltrazione mafiosa è nella filiera delle costruzioni.
Se qualcuno finge di non vedere pensando che tutto questo porta denaro e lavoro, fa un grosso errore: non hanno nessun interesse a dare prosperità alle nostre famiglie. Non sono certo bravi imprenditori, piuttosto incapaci, interessati ai grossi appalti, senza scrupoli, causando danni ambientali, movimentando detriti tossici e nocivi; facili nel corrompere, sanno bene quanto il brianzolo ami il dio denaro. Con la corruzione è inevitabile il passaggio poi alle intimidazioni in tutti i loro aspetti.
Come è avvenuto?
La Ricchiuti ci racconta:
Tutto è cominciato da una famiglia venuta in soggiorno obbligato legata ad una attività edilizia e quindi interessata a trasformare aree agricole in edificabili. Come si rende possibile questo? Le decisioni vengono prese in consiglio comunale. E allora hanno pensato bene di entrare in politica, perché senza politica la mafia non vive. Ha bisogno della politica per appalti pubblici da vincere. E come si vincono? Corrompendo (a Desio le intimidazioni non mancavano), eliminando coloro che vogliono partecipare alle gare, minacciando e bruciando i macchinari, corrompendo funzionari pubblici. E soprattutto, stare in politica serve per controllare il voto, scambiandolo con il denaro o anche con forme di utilità: appalti, assunzioni, consulenze fittizie…
Quindi a loro serve una politica favorevole, con un controllo massiccio di gran parte del consiglio comunale, forme di negazionismo becero e colluso. La mafia se ne frega del colore politico, vuole interloquire con chi comanda.”
Anche la società civile è responsabile, questi fatti sono occasione per alimentare argomenti, per ragionare e confrontarci. Purtroppo durante la serata non ho visto molta partecipazione, se non gli “addetti ai lavori”. Questo ci porta a pensare che il problema non sia visto come prioritario. Lo testimonia la stessa senatrice: “Bisogna che la gente ci stia vicino, cosa che comporta responsabilità. La sensazione di essere soli, la solitudine degli amministratori sono situazioni piuttosto comuni, è un problema nazionale, dei singoli territori. Questa percezione nel cittadino non è avvertita. Quando esplodono casi di questo genere e finisce l’attenzione mediatica e si firmano le procedure legali, dopo un po’, per il cittadino, tutto passa in secondo piano. In quel momento ti scorrono davanti tante cose:
la paura che ho io ce l’avete anche voi
"

In quel periodo cosa è successo su quel territorio? Terreni agricoli recintati, costruzioni abusive, discariche abusive, speculazioni edilizie incredibili, terreni assegnati ad un’unica famiglia legata all’Ndrangheta, imprese storiche che dovevano costruire da un’altra parte e l’ufficio tecnico non ha mai controllato nulla. Attraverso l’indagine è purtroppo amaro constatare che sempre la Magistratura arriva prima della politica, attraverso intercettazioni di politici e funzionari pubblici. Successivamente è caduta la giunta, mettendo in luce i rapporti strettissimi con l’Ndrangheta calabrese; Il centro sinistra ha vinto e si è trovato davanti un PGT con oltre l’ottantacinque percento di edificabilità. La nuova giunta si è quindi impegnata ad attuare un provvedimento unico in Italia: trasformare aree edificabili in agricole! Cosa non certo facile, quasi impossibile a pensarlo per gli interessi che stanno dietro. Questo è un esempio di due alti valori che sono stati riconsegnati ai desiani: legalità e ambiente.
Qual è il nostro consiglio? Partiamo dalla nostra comunità: è triste a volte non vedere nessuno ai consigli comunali. Se il cittadino è attento alla politica e non è spinto solo da individualismo ed è interessato a tutto ciò che è il bene comune, il criminale si guarda bene di insidiarsi nelle pieghe della vita sociale. Abbiamo anche strumenti nuovi: libri, indagini, università che stanno iniziando corsi sulla criminalità organizzata. Se c’è attenzione, anche il facile accesso agli atti da parte del cittadino può essere uno strumento molto utile.  
Allora ci chiediamo: come vengono scelti i politici? I consiglieri di opposizione fanno opposizione? Gli amministratori comunali fanno quello per cui sono stati eletti? Il politico ha il coraggio di prendere provvedimenti contro il proprio partito se una cosa non è giusta e ha un fine completamente diverso?
E’ faticoso fare bene il consigliere comunale, dare il contributo al proprio paese. Significa impegnarsi e conoscere le carte, utilizzare tutti gli strumenti quali ad esempio gli esposti. La politica non può non sapere, è ingenuo dire: “Ma io non lo sapevo!”. E non accettiamo che se ne parli solo in maniera emergenziale. I criminali non è che spariscono ma si ripresentano in modo diverso, magari con più furbizia, nel momento in cui abbassiamo l’attenzione. Un esempio può essere quello che un’Amministrazione adotti l’esternalizzazione dei servizi comunali: questo crea la possibilità di accedere illegalmente a documenti e dati sensibili.

Per la mafia, la nostra verde Brianza è un terreno appetibile e di grande attenzione, ecco perché vuole continuare ad espandere la sua colonizzazione. L’aver intitolato i luoghi pubblici più significativi a Falcone e Borsellino vuole essere un messaggio forte della nostra comunità che respinge ogni forma, anche sottile, di malaffare.
Questa lunga descrizione non è altro che l’eredità culturale che Borsellino ci ha lasciato. Lui stesso diceva: “Parlate della mafia, parlatene alla radio, in tv, sui giornali, però parlatene!


Triuggio, 11.06.2016
Angelo Terruzzi
Comitato Triuggio Onesta Verde Vivibile

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